Elì.. Gennaio 2016  D. C.  

Cantico delle creature anche noto come
Cantico di Frate Sole, è il testo poetico più antico della letteratura italiana che si conosca.[1] Ne è autore Francesco d'Assisi

« Altissimu, onnipotente, bon Signore,

tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »

Cantico delle creature In italiano moderno:
Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono la lode, la gloria, l’onore ed ogni benedizione.
A te solo Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome.
Tu sia lodato, mio Signore, insieme a tutte le creature specialmente il fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu attraverso di lui ci illumini.
Ed esso è bello e raggiante con un grande splendore: simboleggia te, Altissimo.
Tu sia lodato, o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle.
Tu sia lodato, mio Signore, per fratello vento,e per l’aria e per il cielo; quello nuvoloso e quello sereno e ogni tempo
tramite il quale dai sostentamento alle creature.
Tu sia lodato, mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.
Tu sia lodato, mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. E’ bello, giocondo, robusto e forte.
Tu sia lodato, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento, ci mantiene e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba.
Tu sia lodato, mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore e sopportano malattie e sofferenze.
Beati quelli che le sopporteranno in pace, perchè saranno incoronati.
Tu sia lodato, mio Signore, per la nostra morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare:
guai a quelli che moriranno mentre sono in situazione di peccato mortale.
Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà,
perché
la seconda morte, non farà loro male.
Lodate e benedicete il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.

Dalai Lama

                                                  Sua Santità il Dalai Lama: Ritengo ci siano diversi paralleli
                                                  tra le discipline della scienza moderna – fisica, chimica
                                                  eccetera – e alcuni concetti buddisti.


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Posted in Dalai Lama Lam Rim Sentiero Graduale IT on 11/03/2006 08:34 pm by admin

Sua Santità il Dalai Lama: Ritengo ci siano diversi paralleli tra le discipline della scienza moderna – fisica, chimica eccetera – e alcuni concetti buddisti.

Sua Santità il Dalai Lama: Difficoltà di ottenere la nascita umana

20 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.

Sua Santità il Dalai Lama

Nella fase successiva dovreste riflettere, partendo dalle cause, sulla difficoltà di ottenere in futuro un’esistenza umana. Vale a dire come solo attraverso l’aggregazione di un gran numero di fattori possiamo ottenerla. In confronto con altre forme di vita, l’esistenza umana è molto rara e difficile da ottenere.

Quando fate questo tipo di riflessioni potreste essere tentati di pensare che, nonostante il suo potenziale, l’esistenza umana che state sperimentando è giunta quasi al suo termine. State diventando vecchi e quindi forse sarebbe meglio imboccare il sentiero del Dharma nella vostra prossima vita. Il problema è che non dovreste essere così sicuri di rinascere in forma umana. Una tale certezza ricorda quella di quell’uomo che spende il suo denaro in maniera sconsiderata pensando che sarà sempre in grado di guadagnarne molto. Ma si tratta di un ragionamento stolto. E ben più savio quello di una persona che fa un uso oculato delle sue sostanze indipendentemente da quello che ritiene gli riserverà il futuro. Allo stesso modo, sarebbe molto meglio se voi usaste la forma umana che avete ottenuto nell’attuale esistenza piuttosto che rimandare il vostro impegno a una futura di cui non avete alcuna certezza. Al contrario di altre forme di vita, quella degli elefanti per esempio, per quanto anziani possiamo essere siamo sempre in grado di recitare almeno dei mantra e riflettere sui principali insegnamenti del Dharma. Dentro di noi c’è sempre la possibilità di migliorare.

Allora, come riflettere sulla difficoltà di ottenere una forma umana? Prima di tutto ritengo sia importante avere almeno un’idea di massima di quella che il buddismo definisce l’origine interdipendente. Come si può capire se una cosa esiste o non esiste? Si può farlo riuscendo a comprendere se un fenomeno è stabilito da una coscienza che lo certifica, da un valido conoscitore. All’interno della categoria dei fenomeni esistenti ce ne sono alcuni che esistono saltuariamente. La natura saltuaria della loro esistenza è un segno che il loro manifestarsi dipende da altri fattori, da altre cause e condizioni. L’altra categoria di fenomeni è quella la cui esistenza non dipende da cause e condizioni esterne.

La prima categoria è dunque quella dei fenomeni dipendenti, e al suo interno esistono fenomeni esterni, come la materia e altri, che sono invece della natura della chiarezza e comprensione che siamo soliti chiamare coscienza. Altri ancora, come per esempio il tempo, sono fenomeni astratti. Sebbene esistano, non hanno una consistenza tangibile. Quindi abbiamo tre categorie di fenomeni.

Dal momento che ci stiamo relazionando con quei fenomeni che hanno a che fare con la nostra esperienza di sofferenza e piacere, vuol dire che stiamo parlando dei fenomeni connessi alla coscienza. Non si può mai parlare di sofferenza e piacere senza tener presente la loro relazione con la coscienza. A questo punto è importante riflettere sul fatto che questi fenomeni sono collegati alla nostra mente e alla nostra coscienza. Ci appare ovvio che il corpo, la base delle nostre esperienze dolorose e piacevoli, è fatto della natura della sofferenza ed è dipendente da cause e condizioni. Quindi possediamo la facoltà chiamata coscienza; essa esiste ed è l’a-gente tramite cui sperimentiamo dolore e piacere. Ma non possiede alcuna forma, colore e cose del genere. Eppure questa misteriosa forza è qui.

Proprio come il corpo dipende da determinate cause e condizioni, lo stesso vale anche per la coscienza. Se si riflette in questo modo si può comprendere che esistono due tipi di cause, sostanziali e cooperative. Le prime producono dei frutti, le seconde contribuiscono alla produzione di determinati frutti. I fenomeni possiedono alcune qualità essenziali – per esempio l’umidità dell’acqua e il calore del fuoco – che sono le loro naturali caratteristiche che non possono essere considerate come prodotte da specifiche cause. Non so se le forze karmiche degli esseri senzienti possono intaccare queste caratteristiche naturali.

Vediamo che all’interno dei fenomeni vigono determinate leggi. Leggi di natura, leggi di dipendenza, leggi funzionali e leggi di evidenza logica. La prima, la legge di natura, è importante come base. Innanzitutto si deve riconoscere la natura fondamentale di un fenomeno. Per esempio, la natura fondamentale della coscienza è la chiarezza. Dopo aver compreso la fondamentale natura della coscienza, proprio sulla base di questa comprensione, potrete capirla ancora meglio. Comprendere che l’elemento fondamentale della materia sono gli atomi vi aiuterà moltissimo.

Ritengo ci siano diversi paralleli tra le discipline della scienza moderna – fisica, chimica eccetera – e alcuni concetti buddisti. La materia possiede determinate caratteristiche. Il Kalachakra Tantra parla di particelle spaziali come sorgente di ogni materia da cui l’intero universo ebbe origine. E in futuro tutta la materia tornerà a dissolversi in queste particelle spaziali. Francamente non so se ci sia un inizio e una fine per queste particelle. Ma nel Chatu-shataka Shastra, I Quattrocento Versi, Aryadeva afferma che, sebbene non abbia inizio, la materia deve avere una fine. Quindi se postuliamo la materia, così come la conosciamo quale sorgente, troveremo che si trova nella forma di potenziale in queste particelle spaziali.

Se ragioniamo in questi termini, possiamo vedere che, all’interno di tutti questi fenomeni, opera la fondamentale legge dell’interdipendenza. Però non è facile discutere degli aspetti sottili di queste leggi. La filosofia buddista parla dei più sottili aspetti della legge karmica come di qualcosa comprensibile solo dalle menti degli esseri realizzati, percepibile esclusivamente dalla loro saggezza.

Tutti i fenomeni che sono in diretta relazione con l’esperienza di dolore e piacere – del corpo, dell’ambiente e così via – per via della loro natura sono soggetti a continui mutamenti. Alcuni cambiano naturalmente mentre altri, come per esempio le esperienze della felicità e del dolore, mutano a seconda dell’interazione con determinati fattori esterni.

Per ottenere la preziosa condizione umana nelle vite future, dovrà verificarsi una serie di cause ed effetti. E sia il risultato sia le cause che lo determinano sono estremamente rari. Il fattore più importante per ottenere un’esistenza umana, come afferma il testo che stiamo discutendo, è possedere buoni fondamenti per poter praticare la moralità o, quanto meno, per astenersi dal commettere le dieci azioni negative. (Le dieci azioni negative sono le seguenti: tre del corpo: uccidere, rubare e avere una condotta sessuale scorretta; quattro della parola: mentire, pronunciare discorsi faziosi, parole violente e pettegolezzi insensati; tre della mente: essere bramosi, avere intenzioni aggressive e visioni perverse.)

Oltre a questa indispensabile base, sono anche richieste la pratica della generosità, della pazienza e così via. Questi fattori complementari dovrebbero a loro volta integrarsi con la preghiera. Quindi avete bisogno di questi tre elementi: il fondamento, le pratiche complementari e una profonda aspirazione.

Se prendiamo in esame la possibilità di ottenere in futuro una forma umana, scopriremo che si tratta di un obiettivo alquanto difficile da realizzare. Molti di noi sono abituati ad avere emozioni negative e azioni conseguenti a esse. Quindi per generare pensieri positivi è necessario un tremendo sforzo. Non ci siamo abituati, mentre invece lo siamo a quelli negativi che scorrono in noi con l’impeto di un torrente di montagna. A causa delle nostre abitudini mentali, i pensieri negativi sgorgano naturalmente, senza alcuno sforzo, mentre è alquanto difficile generare pensieri positivi. Se guardiamo le cose da questa prospettiva potremo vedere che le nostre menti sono sempre tormentate da pensieri negativi che ci portano a compiere azioni altrettanto negative. E se questo ci accade perfino quando abbiamo questa preziosa nascita umana, cosa accadrà mai quando rinasceremo nei reami inferiori, per esempio quello animale, dove non potremo avere la possibilità di discernere tra bene e male?

Questa semplice osservazione ci farà comprendere che, nelle nostre vite precedenti, dobbiamo aver accumulato un gran numero di azioni e pensieri negativi, certamente maggiori di quelli positivi. Inoltre le azioni negative che abbiamo commesso sono effettivamente molto complete sotto ogni punto di vista. Per esempio, quando uccidiamo una zanzara, abbiamo proprio l’intenzione di farlo e usiamo tutti i nostri mezzi per riuscire a portare a termine questa azione. E quando finalmente ci riusciamo, esultiamo per avercela fatta. Quindi potete ben vedere come anche un’azione negativa può essere fondata su una forte motivazione, attuarsi, e comprendere anche un senso di compiacimento, alla fine. Le azioni negative hanno un notevole potenziale di crescita mentre quelle positive possono essere facilmente turbate dalle circostanze avverse. Per esempio, per quanto possiate aver accumulato una grande quantità di meriti, se diventate preda, anche solo per pochi attimi, di una forte rabbia, potrete dilapidare un buon numero di meriti. E dovrete ricominciare tutto un’altra volta.

Sfortunatamente è raro che ci si impegni in azioni positive. E anche quando lo facciamo, rimaniamo sempre molto vulnerabili agli effetti delle azioni negative. Per questo è importante studiare i testi che spiegano quanto ci sia di aiuto riflettere sulla vacuità. Perfino una breve e momentanea comprensione della vacuità può distruggere un gran numero di karma negativi. È proprio vero, e se lo capite sarete incoraggiati ad accumulare sempre più meriti.

Giudicate voi stessi se possedete le caratteristiche indispensabili per ottenere nelle vostre esistenze future la preziosa rinascita umana. Se arriverete alla conclusione di averle, allora non c’è motivo di chiedere l’aiuto di nessuno poiché avete già tutto quel che vi serve. Ma se pensate di non possedere questi fattori fondamentali, anche se invocherete il potere e l’ispirazione di altre forze, è molto difficile che sarete aiutati.

Durante la meditazione riflettete dunque sulla rarità dell’esistenza umana, usando ogni possibile analogia, (anche se è difficile trovare un’analogia in grado di illustrare pienamente l’immenso potenziale dell’esistenza umana), poi riflettete sulla vostra personale natura e infine riflettete sulla rarità delle cause che sono il fondamento di questa rinascita. Questo modo di pensare e riflettere è stato suggerito nel corso del tempo da molti grandi maestri.

Tali pensieri vi convinceranno a iniziare immediatamente la pratica, adesso che avete ottenuto un corpo umano. Quindi cercate di fare ogni sforzo possibile nel corso della vostra presente esistenza. Prendete la decisione di praticare il Dharma in questa vita. Con questa consapevolezza dovreste visualizzare il nettare che discende su di voi.

Queste riflessioni ci aiutano a convincerci a intraprendere la pratica del Dharma e quindi possiamo considerarle come i fattori preliminari. Dopo viene il sentiero che è diviso in tre parti: l’addestramento della mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di modeste capacità, l’addestramento della mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di medie capacità e l’addestramento della mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di grandi capacità.